Lisozima e cancro: ruolo del lisozima esogeno come agente antitumorale (recensione)

L’uso dei preparati di lisozima nel trattamento delle malattie tumorali si basa su oltre 30 anni di esperienza, utilizzando diverse metodologie e mostrando vari risultati dai quali sono stati derivati ​​suggerimenti sul meccanismo d’azione. I lisozimi non hanno un posto stabilito nel trattamento dei tumori umani nonostante alcuni interessanti risultati descritti in alcuni rapporti. Tuttavia, molti studi hanno confermato l’attività inibitrice del tumore del trattamento con lisozima in un certo numero di tumori sperimentali. La prima metà degli anni Sessanta ha visto una maggiore attenzione da parte degli scienziati all’attività antitumorale del lisozima in molti sistemi sperimentali in vivo di tumori animali. Tutti hanno enfatizzato gli effetti inibitori del tumore dopo la somministrazione di lisozima per varie vie inclusa la commistione con le cellule tumorali, trattamenti peritumorali e intratumorali, o indirettamente mediante iniezioni sistemiche e trattamento orale. Da queste osservazioni si possono ricavare almeno due possibili meccanismi d’azione, entrambi implicanti l’attivazione della reattività immunitaria dell’ospite. Il lisozima può attivare direttamente le cellule immunitarie o può aumentare l’immunogenicità delle cellule tumorali. In alternativa, il lisozima può liberare sostanze dai batteri (peptidoglicani e/o acidi poliribopirimidinici) responsabili dell’immunopotenziamento e quindi dell’attività antitumorale. Il presente lavoro si concentrerà sulle possibilità offerte dall’uso del/i lisozima/i nella gestione del cancro, citando le evidenze presenti in letteratura con l’obiettivo di contribuire a una migliore comprensione dell’attività e del ruolo del lisozima nel trattamento delle malattie neoplastiche. o indirettamente mediante iniezioni sistemiche e trattamento orale. Da queste osservazioni si possono ricavare almeno due possibili meccanismi d’azione, entrambi implicanti l’attivazione della reattività immunitaria dell’ospite. Il lisozima può attivare direttamente le cellule immunitarie o può aumentare l’immunogenicità delle cellule tumorali. In alternativa, il lisozima può liberare sostanze dai batteri (peptidoglicani e/o acidi poliribopirimidinici) responsabili dell’immunopotenziamento e quindi dell’attività antitumorale. Il presente lavoro si concentrerà sulle possibilità offerte dall’uso del/i lisozima/i nella gestione del cancro, citando le evidenze presenti in letteratura con l’obiettivo di contribuire a una migliore comprensione dell’attività e del ruolo del lisozima nel trattamento delle malattie neoplastiche. o indirettamente mediante iniezioni sistemiche e trattamento orale. Da queste osservazioni si possono ricavare almeno due possibili meccanismi d’azione, entrambi implicanti l’attivazione della reattività immunitaria dell’ospite. Il lisozima può attivare direttamente le cellule immunitarie o può aumentare l’immunogenicità delle cellule tumorali. In alternativa, il lisozima può liberare sostanze dai batteri (peptidoglicani e/o acidi poliribopirimidinici) responsabili dell’immunopotenziamento e quindi dell’attività antitumorale. Il presente lavoro si concentrerà sulle possibilità offerte dall’uso del/i lisozima/i nella gestione del cancro, citando le evidenze presenti in letteratura con l’obiettivo di contribuire a una migliore comprensione dell’attività e del ruolo del lisozima nel trattamento delle malattie neoplastiche. si possono dedurre almeno due possibili meccanismi d’azione, entrambi implicanti l’attivazione della reattività immunitaria dell’ospite. Il lisozima può attivare direttamente le cellule immunitarie o può aumentare l’immunogenicità delle cellule tumorali. In alternativa, il lisozima può liberare sostanze dai batteri (peptidoglicani e/o acidi poliribopirimidinici) responsabili dell’immunopotenziamento e quindi dell’attività antitumorale. Il presente lavoro si concentrerà sulle possibilità offerte dall’uso del/i lisozima/i nella gestione del cancro, citando le evidenze presenti in letteratura con l’obiettivo di contribuire a una migliore comprensione dell’attività e del ruolo del lisozima nel trattamento delle malattie neoplastiche. si possono dedurre almeno due possibili meccanismi d’azione, entrambi implicanti l’attivazione della reattività immunitaria dell’ospite. Il lisozima può attivare direttamente le cellule immunitarie o può aumentare l’immunogenicità delle cellule tumorali. In alternativa, il lisozima può liberare sostanze dai batteri (peptidoglicani e/o acidi poliribopirimidinici) responsabili dell’immunopotenziamento e quindi dell’attività antitumorale. Il presente lavoro si concentrerà sulle possibilità offerte dall’uso del/i lisozima/i nella gestione del cancro, citando le evidenze presenti in letteratura con l’obiettivo di contribuire a una migliore comprensione dell’attività e del ruolo del lisozima nel trattamento delle malattie neoplastiche. Il lisozima può attivare direttamente le cellule immunitarie o può aumentare l’immunogenicità delle cellule tumorali. In alternativa, il lisozima può liberare sostanze dai batteri (peptidoglicani e/o acidi poliribopirimidinici) responsabili dell’immunopotenziamento e quindi dell’attività antitumorale. Il presente lavoro si concentrerà sulle possibilità offerte dall’uso del/i lisozima/i nella gestione del cancro, citando le evidenze presenti in letteratura con l’obiettivo di contribuire a una migliore comprensione dell’attività e del ruolo del lisozima nel trattamento delle malattie neoplastiche. Il lisozima può attivare direttamente le cellule immunitarie o può aumentare l’immunogenicità delle cellule tumorali. In alternativa, il lisozima può liberare sostanze dai batteri (peptidoglicani e/o acidi poliribopirimidinici) responsabili dell’immunopotenziamento e quindi dell’attività antitumorale. Il presente lavoro si concentrerà sulle possibilità offerte dall’uso del/i lisozima/i nella gestione del cancro, citando le evidenze presenti in letteratura con l’obiettivo di contribuire a una migliore comprensione dell’attività e del ruolo del lisozima nel trattamento delle malattie neoplastiche.
Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/2669620/

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